MUSA NASCOSTA

Perché mi celi anima

il tuo gemere urlato

donde nacque ciò che io sono

e che di bene ho fatto

 

Non odo più, è vero,

la tua nenia straziata ma so

che altrove in me si dimena

e lacera la tua

voce negra

 

 

Ti aspettiamo io

e la mia solitudine

come al bar o su panche

di vuote chiese per ascoltare

ancora brandelli lacerati di storie

che qualcuno chiama poesia

 

 

PSYCHÉ IN PROGRESS

Nel mugghio immutabile

monotono         (quasi non lo distinguo   più)

della tempesta-nebbia

delle cristallizzate notti

invernali

             notti sollievo-lampo

                cilindro vuoto di mago

             fessura di sogni

bramo la quiete inattesa

attendo di nuovo

silenzio di nuovo

tempo

di crescere

                capire

sbagliare

 

 

DIGNITÀ DEL DOLORE

Dove sono tutte le persone

che non parlano e ridono nei caffè?

 

Stanno soffrendo e lottando

in letti dai lenzuoli bianchi.

 

 

E dove sono tutti i vecchi che non sento

lamentarsi e strascicare i passi?

 

Sono dimenticati in stanzoni d’oblio. Aspettano

la morte.

 

 

Ma dove sono tutti

quelli che non vedo passeggiare al sole?

 

Lavorano e bestemmiano di fatica

e di noia negli uffici

e nelle officine.

 

 

 

Ma allora cosa fa

questa gente che mi sfiora

e passa; questi corpi

guizzanti, giocattoli a molla,

riverberi d’ombra?

 

Inseguono il niente; vivono nel nulla

di un momento.

 

 

NEVROSI

Morte a orologeria.

 

Prima o poi

esploderà

 

 

MATRICOLA 2678

Sembrava un sogno


Vita in crisalide cristallo
che si spezza e ansima
di spazi vastissimi e vergini

Vestivamo le nostre divise
ornate di nastri
e coraggio bramando
la battaglia battesimo
di adultità e di gloria

 

Finito
il sogno dissolta
l’aura-magia che celava
noia e sconfitta

Guerra meschina
e beffarda: non morti
ma servi che portano
stanchi stranieri vessilli

 


 

OSSERVANDO NEBULOSA MADRE

Questa notte bozzolo

di nebbia cova

nel gelo cucciolo

d’uomo che palpa

la notte con un lumino

lattiginoso

 

 

CORIANDOLI, PANTOMIME E ADENOCARCINOMI

Mi accoglie in fermento
la città vivente ma stordito
schivo gli schiamazzi
e le risa e bramo le polveri
e i muschi delle strade desuete,
ospite spaurito
e invadente di interiora
e di pietre

La città (silenziosa, ormai)
si schermisce quasi
vergognosa a celare nell’ombra
stelle filanti come spaghetti
rigettati da qualche altro me
senza storia

 


 

 ESPLORATORE INTERIORE

Mai più riuscirò

a percorrere l’infinito

spazio che ci separa

a colmare con la mano

il vuoto che rapisce

la tua carne viva

 

Gesti prigionieri

del gelo siamo

viandanti su sentieri

ghiacciati che si sfiorano

l’oscurità sola

testimone della distanza

tra due cuori

 

Chi può misurare

il buio per raggiungerti?

HUMUS

E’ primavera

 

ma troppa terra

troppo buio pesano

sul seme-embrione

 

 

No non c’è tristezza non c’è

micro-lutto che scolpisce

il ricordo, lutto reliquia

del divenire

 

soltanto angoscia cova

la terra stenosi di ogni canale

linfatico/emozionale: solo

la fuga del tempo

lascia fluire

 

 

 

Non mi raggiungeranno le piogge

acide della malinconia che sono

humus al mio io di molecole

d’acqua e carbonio

io vibrissa del dolore impazzita

nell’angoscioso chaos sotterraneo

 

 

MINIERA

Cosa farò quando la vena
sotterranea e mortale
della malinconia avrà mostrato
le sue gemme più rare

Solo terra e dura
roccia donerà allora l’ombra
e i nani minatori se ne andranno
lasciando gli attrezzi a ossidare
tra buio e umidore


Infine l’uomo franerà
in sé stesso

 

 

AUTOPSIA DI UN VIVENTE

Desiderio sfinito di nicchia

nella membrana già tesa

che mi opprime

 

freddo silenzio la mia mente molle

laboratorio di chemesi errate e crudeli

 

 

Il sogno è svanito,

tace il mio essere: potessi almeno

gridare la realtà che sbrindella

le carni e abbracciare

la notte ma il nulla ancora

mi sfugge e resto soltanto ammasso

di atomi nel mondo

 

 

 

Oggi qualcosa

è morto

 

nell’indifferenza

 

 

VILLAGGIO MENTALE

Gli uomini sono case

 

Un po’ più in là (la vedi?)

tra le altre c’è anche la mia

capanna di legno sbrecciato:

ondeggia col vento

e travi e assi si sorreggono

come ubriachi

cullando gli orridi tarli

 

 

NINNA NANNA UNA NOTTE D’INVERNO

 

Dov'è il caldo

rifugio del cuore spaesato

e ubriaco?

Solo un po’ di riposo

nel buio bramano

le palpebre-foglie stremate

e piangenti nella tormenta

 

Arriverà, l’uomo della sabbia

a chiudere infine gli occhi

tristi e a guidarci verso

                                    la notte

 

Ci incontreremo nel sogno?

 

 

PARTY GOTICO

La mia solitudine
si dissolve nella quieta
indifferenza di vite intrecciate
e disperse in un istante nella notte
funerea e festante

 

 

BATMAN

Preferisco la notte
quando ci abbraccia e lo spazio
si annulla il tempo rallenta
(restiamo avvolti soltanto  da essa) 

cessa il fermento il silenzio    
invade il vuoto
lasciato dai corpi che sognano

Bozzoli di buio
storie avvolte in drappi
di oscurità: così mi riapproprio
come un barbone
della mia vita stracciata
abbandonata nelle ore di luce
ai bordi della strada tra rovi e sporcizia

 

 

WO BIST DU?

(Nell’inutile attesa di una sconosciuta 6/4/2001)

Lei non verrà

 

 

Fiore disfatto

e appassito la mia

spaurita ingannevole

attesa

 

 

 

Petali                      

                                             parole mai nate

                                        lacrime segrete

cadono

colano lievi cullati

e sepolti

dall’ombra notturna

 

 

Quante volte fiorirò

per spegnermi in inverni

di indifferente lontananza

 

 

FRAUENKIRCHE

Nella città chiassosa e brillante

mi sono chinato a raccogliere

frammenti che riflettevano

i miei ricordi

 

 

BEIM NEUEN RATHAUS

Al tramonto il pazzo suona

la sua serenata alle ragazze sole

 

Nel mio cuore

vibrano le corde della tristezza

e della nostalgia

 

 

FILE DELETED

Che cos’è la mia vita

da androide

 

perduto

nella vertigine del mio stesso

esistere

sempre più giù

più in fondo tra neuroni

e nervi e silicio

a cercare la password

per la felicità

 

 

Ma quando ritrovo

la mia umanità

non posso accettare

questo cuore sintetico

che batte

e ribatte il ritmo

binario del mondo:

vorrei

arrestare il sistema

cancellare

il mio essere

file errato

con un click

 

 

 

In fondo non dev’essere difficile

smettere di esistere

 

 

PENSIERO NOTTURNO

(a Claudia)

Mi piace

il modo in cui mi ama,

con tenero distacco,

indipendente e simbiotica

trattiene per un attimo

il mio respiro nei suoi occhi

limpidi e abissali

 

 

DIE NACHT DES STURMES

Nella notte bagnata

di risorgive e ruscelli

gli spiriti delle montagne alla mia finestra

sussurrano la voce delle grandi madri

di pietra e preparano la tempesta

che in me cova tuonando

lontana immobile

sempre imminente, mai sopita

 

 

OBSCURA (THE LAST SUMMER NIGHT)

Nella notte

offesa da luci

ed intrusi tra odore d’erba

e di piscio, nella timida

elettrica luminescenza della notte

sfinita ho scoperto

il sentimento

 

ed ho pianto

 

lacrime inutili di gelosia

e desolazione nascondendo

nel buio l’orrore

della nuova consapevolezza

che il bagliore di luna svelava

pietoso nel suo carezzante chiarore

 

 

THE FLIGHT OF JOY

Non è più mia

ormai

 

Con che speranza

tenerti ancora con me

piccola rondine

iridescente?

È la vita che ti chiama

al tuo viaggio

di felicità

 

Ma dolce e straziante

è il ricordo di voli

su favolosi boschi;

signori delle rocce

e delle nevi si ascoltava

talvolta la voce di laghi

e ruscelli, o si planava

fra strani palazzi

di incantate città

 

Mi restano poche tue

piume-reliquie ed echi

di argentini trilli

 

 

A che tetto stai volando

tenera allegrezza lontana?

 

 

Vita come malattia.

Viene e la si tiene;

non c’è un perché.

Non si guarisce più:

chi l’ha sconfitta non che l’ha mai raccontato

 

 

…TRISTE NATAL…

Triste Natale il mio

abete spezzato

nessuna stella

cometa rischiara i suoi rami

avvizziti: solo

la luna fa rilucere

gli scheletriti stecchi,

riverberata nel ghiaccio

 

 

ALBA IMPROBABILE

Sembra impossibile

dai miei disperati

abissi che un’alba

giunga domani a rischiarare

la mia precaria esistenza

nel formicaio-mondo,

nel mutevole universo

 

 

TRAMONTO A MILANO (TANGENZIALE EST)

Hanno acceso

una fiamma

rosa nel cielo

della sera

 

Le nuvole sono

effluvi

di infiniti incensi

 

 

CANCRO ASTRATTO

Cammino su

pavimenti di foglie,

riempio il vuoto

di nuvole, mi riparo

in fortezze di ghiaccio

troppo sottile:

basta un alito

per farlo colare

 

La mia realtà

è fragile,

infinito il dolore:

non posso più trattenerlo

 

 

Così il mio cancro

ha forato la pelle

e pende dal corpo

disfatto mostrando

le sue ripugnanti fattezze

 

 

LA CASA DI FRONTE

mi spia

coi suoi grandi occhi quadrati

 

 

STEPPENWOLF

La mia vita

è un deserto

 

guardo i compagni

lontani              lontani

svanire laggiù

 

 

THE EMPTY GARDEN

Giardiniere crudele

e incurante che trascura

i propri tesori

 

tutto è perduto ormai:

nessun fiore nel mio giardino

 

 

METAMORFOSI?

In dolore e rimpianto
ho atteso
la metamorfosi
redentrice
Non mi spetta la libertà

Non mi resta che stare
come bozzolo
cullato dal vento:
la farfalla
non è mai nata

 


 

LE FRUIT DEFENDÚ

Limone seccato
il mio cuore
se lo premi
sanguina solo
poche gocce
amare